E la festa del papà? Si chiese la signora Smart Dodd ascoltando un sermone in chiesa durante la festa della mamma nel lontano 1909.
Organizzò la prima festa del papà l’anno dopo, nel giugno del 1910 a Spokane, Washington. Decise di organizzarla in quel mese, perché proprio a giugno ricorreva il compleanno di suo padre, veterano della guerra di secessione Americana. Negli U.S.A. la data per festeggiare il papà è rimasta invariata, da allora, infatti, si festeggia la terza domenica di giugno, così come in molti altri paesi del nord e del sud America. Anche in Italia veniva festeggiata a giugno prima che nel 1968 fosse legata alla festa di S. Giuseppe e quindi al 19 marzo.
Come in Italia anche in molti paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di S. Giuseppe, perché legata al modello di padre e marito devoto.
Ci sono innumerevoli riti ed usanze legati a questa festa, qui di seguito alcuni esempi di festeggiamenti tipici dei nostri paesi molisani:
Santa Croce di Magliano
In occasione della Vigilia della festa di S.Giuseppe, si accendono numerosi piccoli falò nei rioni e nelle contrade, e un unico grande falò al centro del paese. Attorno a questi fuochi si veglia per tutta la notte consumando cibi e bevande. La pietanza tipica, associata a questa festa, è quella delle linguine con mollica ed uva passa. Attorno ai falò, chiamati “maruasce”, si cantano il “maruasce” e “maicantò”, due canti tipici.
Gambatesa
La tradizione vuole che nel giorno dedicato a San Giuseppe si prepari un pranzo di 15 pietanze.
Toro
Ѐ tradizionale a Toro il convito di San Giuseppe. Consiste in un banchetto che viene offerto da chiunque, ad amici e conoscenti, il 19 marzo.
Roccavivara
”La festività di San Giuseppe prevede che la sera prima venga benedetto il pane che sarà dato a tre persone rappresentanti S.Giuseppe, Gesù e la Madonna . La vigilia della festa le famiglie che fanno il Pasto portano in Chiesa un canestro contenente quattro pagnotte insieme ai dolci e alle focacce per una solenne benedizione da donare poi ai rappresentanti della Sacra Famiglia e il resto da consumare a tavola. La Solennità è ripetuta al 1° maggio, stessi preparativi ma le pietanze sono a base di carne. Qualcuno dà questa spiegazione: nel passato questa doppia data di preparazione serviva sostanzialmente a distinguere il ceto sociale di appartenenza delle famiglie, infatti il 1° maggio erano soprattutto le famiglie più agiate della Comunità a preparare il tradizionale banchetto.
Riccia
Festa tipica riccese, si svolge nella maggior parte delle famiglie devote il 19 Marzo, con un pranzo speciale a cui vengono invitati tre ospiti, simbolo della Sacra Famiglia. In genere i tre “santi” invitati al convito sono un uomo ed una donna di solito sposati, ed un giovane celibe. Il pranzo, tradizionalmente a base di magro (“scampere”) oppure di carne (“campere”) è composto da numerose portate, a seconda della tradizione familiare, e varia dai 13 ai 19 piatti. Il simbolo della festa restano i dolci a base di pasta di ceci con cannella e miele in delicata pasta sfoglia fritti in olio, detti i “cavezun” (calzoni).
Venafro
Ogni 19 marzo a Venafro verso sera si accendono dei grandi falò in devozione del santo. Ogni quartiere del centro storico organizza il proprio falò e uno spazio dedicato alla gastronomia locale con mozzarelle, vino, olio e bruschette principalmente e nell’ultima manifestazione si è svolto un mercatino di prodotti gastronomici, di antiquariato, mostre degli antichi oggetti usati nelle case ecc., lungo via Plebiscito, via principale del centro storico che è attraversata dalla numerosa gente che si reca da un falò all’altro. Sotto il punto di vista religioso si tiene una breve processione la sera presso la chiesa di Cristo.
Campodipietra
Le donne di Campodipietra, offrono pane benedetto ed ospitalità a chi bussa alla loro porta impersonando la Sacra Famiglia. Solitamente i pranzi di questa festa sono scanditi da non meno di 13 portate, consuetudine che assieme a quelle sopracitate aiutano ad allontanare il freddo e ad avere un buon raccolto.
Larino
La tradizione prevede un pasto offerto ai poveri dal padrone di casa. In una sala viene allestito un altare addobbato con drappi, fiori e con al centro l’immagine del Santo. Nello stesso ambiente vengono accolti gli ospiti. Il pasto prevede la somministrazione di tredici pietanze offerte con la seguente successione: arance condite con zucchero e olio di oliva; sottaceti (composta); fagioli; ceci; piselli; cicerchie; fave; granchi; lumache; riso; baccalà gratinato; verdure; maccheroni con la mollica.
Civitacampomarano
Il 19 marzo si ripropone a Civitacampomarano la tradizionale festa di S. Giuseppe. E’ d’uso a Civitacampomarano come in altri paesi del Molise, quali Santa Croce di Magliano e Bonefro, accendere un falò la sera che precede la festa di S. Giuseppe. I falò avrebbero un collegamento con antichi riti di purificazione in cui, in questo passaggio stagionale si bruciava il “vecchio” e quindi rito di propiziazione per un futuro roseo. Da notare che a Civitacampomarano si festeggia due volte questa festa, il 19 marzo e il 1° maggio, con le tipiche “tavole di S. Giuseppe” dove la tradizione prevede la ricostituzione ospitale della Sacra Famiglia .
San Martino in Pensilis
Il 19 Marzo, giorno di San Giuseppe, alcune famiglie allestiscono nelle proprie case dei particolari altari con statue di santi, benedetti dal Sacerdote alla vigilia. La stessa sera questi altari vengono visitati dalla popolazione e dai fedeli. Si prega e si distribuiscono “screppelle”. Si veglia e si cuociono le pietanze per il giorno dopo, le tredici minestre di San Giuseppe. Alcune sono legumi ( fave, ceci e fagioli ) e altre sono il baccalà, i funghi, gli asparagi, il pesce, il riso, le lumache, le rape, le “fellate” d’arancio e maccheroni con la mollica fritta, i quali vengono distribuiti ad amici e a chiunque si presenti all’altare. A mezzogiorno arrivano il vecchio, la vecchia e il bambino, la sacra famiglia, che pregano ed omaggiano le pietanze. Cosumano il pranzo della Sacra Famiglia che viene servito da donne scalze. Verso le 16.00 si svolge, al suono della banda musicale, la processione per le strade del paese. Alla sera si ritorna agli Altari dove vengono approntati i fuochi di San Giuseppe con fascine di ulivo della potatura appena conclusa in campagna.
Fonte: http://www.amicomol.com